Presentazione presso La Feltrinelli di Padova,
giovedi 27 novembre 2014 ore 17,30
Giovedì 27 novembre Ore 17.30
incontro con
Mario Perrotta
UN BÈS – ANTONIO LIGABUE
interviene
Elena Conti
Il Tamburo di Kattrin
Per la XII rassegna della rassegna Arti Inferiori, Palcoscenico Libri, Mario Perrotta incontra il pubblico in libreria per la presentazione di
UN BÈS – ANTONIO LIGABUE
Evento in collaborazione con Arteven.
Interviene Elena Conti del Tamburo di Kattrin, webmagazine di critica teatrale.
27 NOVEMBRE 2014
MARIO PERROTTA
UN BÈS – ANTONIO LIGABUE
uno spettacolo di Mario Perrotta
collaborazione alla regia di Paola Roscioli
collaborazione alla ricerca di Riccardo Paterlini
Un bès Antonio Ligabue / Progetto Ligabue primo movimento
un progetto di Mario Perrotta e del Teatro dell’Argine in collaborazione con
Teatro Sociale di Gualtieri – Comune di Gualtieri – Festival internazionale di Arzo (Svizzera) – Associazione Olinda – Centro Teatrale MaMiMò – Ars – Creazioni e Spettacolo – dueL – Compagnia DéZir (Belgio) – Fondazione Archivio Diaristico – Nazionale – Sinapsia
Il Progetto Ligabue Arte, marginalità e follia si sviluppa in tre movimenti e ruota intorno alla figura di Antonio Ligabue e al suo rapporto con i luoghi che segnarono la sua esistenza e la sua creazione artistica: la Svizzera, dove nacque e visse fino ai diciotto anni; il territorio di Gualtieri (RE), sulle rive del Po; le sponde reggiane e mantovane dello stesso fiume Po, dove produsse gran parte dei suoi quadri e delle sue sculture. I tre movimenti sono: Un bès Antonio Ligabue L’uomo (2013), Svizzera e furore Il paesaggio interiore (2014), Antonio sul Po Il paese e il fiume (2015). Tre spettacoli in tre anni ma, soprattutto, un progetto “articolato”: laboratori in oltre 70 scuole italiane e svizzere, 2 documentari, mostre, collaborazioni con compagnie italiane e straniere, seminari e fasi di studio in Italia, Svizzera e Belgio, coinvolgimento di decine di artisti di ogni forma d’arte, traduzione e messa in scena in francese e tedesco di alcuni capitoli del progetto.
“Un bès… Dam un bès, uno solo!
Che un giorno diventerà tutto splendido.
Per me e per voi”
Provo a chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita quella che so di avere vissuto ma senza un bacio, Neanche uno. Mai.
Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate altre, anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è comunione di carne e di spirito, senza neanche una carezza. Mai.
E allora mi vedo io, così come sono - scendere per strada a elemosinarlo quel bacio, da chiunque, purché accada. Ecco, questo m’interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine oltre il confine là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura da tutta una vita. Voglio avere a che fare con l’uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell’umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l’anima: l’artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo intanto lo elemosinava. Voglio stare anch’io sul confine e guardare gli altri. E, sempre sul confine, chiedermi qual è dentro e qual è fuori.
Mario Perrotta
Perrotta evoca lo stato di straziante solitudine che segna Ligabue nel suo vagare fra gli argini del Po. L’attore si inventa una straordinaria maschera verbale, un delirio ossessivo – tanto più intenso in quanto lui, pugliese, lo scandisce in una febbrile parlata emiliana – che getta una luce livida sullo sguardo che il mondo rivolge al “diverso”, al non-omologabile, seppure artista geniale.
Renato Palazzi, Il Sole 24 ore
a.ArtistiAssociati
in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche, AMAT
e Comune di San Benedetto del Tronto
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