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Canone RAI 2019

CANONE RAI 2019: SCADENZE, ESENZIONI E MODALITÀ.

La scadenza per richiedere l’esenzione del canone RAI è fissata al 31 gennaio per tutto l’anno 2019.

Il 31 gennaio sarà l’ultimo giorno utile per l’invio dei moduli di esenzione al canone RAI presso l’Agenzia delle Entrate. Le domande di esenzione inviate a seguito di questa data, ma entro il mese di luglio, verranno autorizzate all’esonero solo per il secondo semestre del 2019. Per coloro che la invieranno in tempo (31 gennaio) potranno non pagare il canone RAI per tutto l’anno.

Il canone non cambia

È stata confermata la cifra e la modalità di pagamento del canone nella legge di Bilancio: la bolletta elettrica resta al costo complessivo di 90 euro dilazionato in 10 rate mensili, da gennaio a ottobre, anche per il 2019.

Ma chi lo paga? Tutti i titolari di un’utenza per la fornitura elettrica, visto che si presume che questi siano anche in possesso di una televisione.

Chi è esonerato? Ci sono alcune categorie di persone che possono evitare di pagare il canone RAI. Ne sono esonerati:

– gli anziani over 75 con un reddito annuo non superiore agli 8.000 euro e che non convivono con altri soggetti titolari di un proprio reddito;

– gli agenti diplomatici e consolari, purché originari di un Paese in cui è previsto lo stesso trattamento per i diplomatici italiani;

– i militari stranieri appartenenti alle Forze della Nato.

Dichiarazione di non detenzione dell’apparecchio TV

Non tutti i titolari di un’utenza elettrica sono in possesso di un apparecchio tv in casa. Chi non ce l’ha può chiedere di non pagare il canone RAI presentando la dichiarazioni di non detenzione dell’apparecchio televisivo. Il modello per la non detenzione è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate e può essere inviato anche tramite la modalità telematica utilizzando le proprie credenziali Fisconline o Entratel. La modalità telematica non è invece disponibile per gli anziani. Loro possono inviare la richiesta di esenzione tramite PEC, all’indirizzo di posta elettronica certificata p22.sat@postacertificata.rai.it. In ogni caso la richiesta di esonero può essere richiesta inviando il modulo preposto in plico raccomandato senza busta, all’indirizzo:

Agenzia delle entrate – Ufficio Torino 1 –Sportello abbonamenti TV – Casella postale 22 -10121 Torino.

Fonte: Adico

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COME E QUANDO È POSSIBILE CONTESTARE UNA MULTA COL SEMAFORO ROSSO

Ci sono situazioni, condizioni e scadenze precise per avere la possibilità di contestare una multa per mancato rispetto del semaforo rosso.

La multa è la conseguenza della fotografia scattata dai sistemi elettronici che sorvegliano il rispetto del semaforo. Secondo il Codice della Strada, infatti, durante il periodo di accensione delle luci rosse i veicoli non devono superare la striscia di arresto. In mancanza di tale striscia, non devono impegnare l’eventuale area di intersezione, né l’attraversamento pedonale antistante, né oltrepassare il segnale, in modo da poterne osservare le indicazioni.

Quanto salate sono le multe in questione?

Chi non rispetta il semaforo rosso rischia una multa di 163,00 euro, se l’infrazione viene commessa in un orario compreso tra le 07:00 e le 22:00. L’importo aumenta a 200,00 euro nel caso in cui l’inflazione venga realizzata tra le 22:00 e le 07:00 del mattino. Alla mera multa per mancato rispetto del semaforo rosso si aggiungono le ulteriori sanzioni dovute dal mancato rispetto di altri divieti, come il limite di velocità, ad esempio.

Oltre alla sanzione pecuniaria, chi attraversa la strada con il semaforo rosso vedrà la propria patente di guida decurtata di ben sei punti. Nel caso il trasgressore sia un neopatentato, si sale a dodici punti sottratti dalla patente.

La sospensione della patente avviene in caso di recidiva, cioè quando la stessa infrazione è commessa due volte nell’arco di due anni, per un periodo che va da uno a tre mesi.

La contestazione è possibile?

Poiché la multa per semaforo rosso deriva da un accertamento di tipo elettronico, si potrà procedere alla contestazione dimostrando un vizio dell’apparecchiatura. Il sistema di verificazione delle infrazioni tipico degli incroci semaforici (il photored) non è paragonabile all’autovelox presente sulle autostrade. Da ciò deriva un’importantissima conseguenza: la violazione attraverso una telecamera ad infrarossi necessita della presenza degli agenti di polizia municipale. Quindi, la multa basata sul solo rilevamento semaforico sarebbe annullabile.

Come?

Si tratta di un orientamento non consolidato. Esso basa l’invalidità della multa sulla genericità o imprecisione dell’accertamento elettronico rispetto ad una contestazione fatta da un vigile. Questo orientamento trova l’avallo del Codice della Strada, secondo cui la regola generale in caso di violazioni è la contestazione immediata fatta dagli agenti. Le uniche eccezioni che vengono ammesse sono nel caso di accertamenti di velocità.

Quando?

Questa tesi è stata sposata anche dalla Corte di Cassazione: la contestazione di un’infrazione alle regole del Codice della Strada va fatta immediatamente, quando è possibile. Da tanto si evince che le multe scattate con gli autovelox sono pienamente legittime, mentre quelle immortalate con sistemi tipo photored lo sono solamente se non è stata possibile la contestazione immediata, e cioè nel caso in cui il conducente del veicolo, oltre a non rispettare il semaforo rosso, sfrecci ad alta velocità.

Oltre a queste ipotesi, la multa per semaforo rosso è contestabile tutte le volte che essa venga notificata in ritardo (oltre novanta giorni dopo l’infrazione), ovvero sia imprecisa (errata indicazione del luogo dov’è avvenuta l’infrazione, oppure dell’ora o della data) o generica (mancanza di alcuni dati personali del conducente). Il ricorso va presentato nei tempi e modi consuetudinari, e cioè entro trenta giorni al giudice di pace oppure entro sessanta al prefetto.

È necessario ricordare che, al contrario dell’autovelox, il sistema di rilevamento infrarossi tipico dei semafori non necessita di taratura periodica. Per questa ragione, non è adducibile l’argomentazione della mancata manutenzione sull’apparecchio.

Fonte: Adico

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