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Lo scheletro vivo al Musme di Padova sabato 8 aprile 2017

PADOVA, MUSEO DI STORIA DELLA MEDICINA

DALL’INEDITO “SCHELETRO VIVO”  DI  ACHILLE FUNI

AL PREMIO SMAU PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA A MILANO

 …a Padova la regina della scienza, piuttosto che la teologia, come invece a Parigi, era la medicina
Herbert Butterfield

Sabato 8 aprile il MUSME di Padova– nato appena due anni fa con la Fondazione Museo di Storia della Medicina e della Salute di Padova, costituita dalla Provincia di Padova, dall’Università degli Studi di Padova,  dal Comune di Padova, dalla Regione del Veneto e dall’Azienda Ospedaliera e l’Azienda Unità Locale Socio Sanitaria n. 16 – svela al pubblico la presenza di un nuovo ospite all’interno della sua ricca collezione, visitata nel 2016 da oltre 50.000 persone:  il cartone preparatorio di parte dell’affresco della Sala della Medicina dell’Università di Padova a Palazzo del Bo, lo “scheletro vivo” di Achille Funi.

 

Recentemente restaurato dai laboratori dei Musei Civici padovani, il lavoro preparatorio di Funi viene collocato nelle sale del MUSME per evidenziare il profondo legame tra il Museo e l’Università di Padova, nonché tra la divulgazione scientifica e la storia della tradizione culturale e artistica della città. “Il MUSME – osserva il prof. Milanesi, Presidente del Comitato Scientifico del Museo –  non ci sarebbe se non ci fosse la straordinaria tradizione della Scuola Medica che ha contribuito a rendere grande l’Universitas Patavina nei secoli, dando un contributo fondamentale alla nascita delle medicina moderna nel Cinquecento, e poi fino alla fine del Settecento, con giganti della anatomia e della clinica quali Vesalio e Morgagni. Senza questa tradizione la stessa scienza galileiana della natura, ed i suoi eccezionali sviluppi, avrebbero forse avuto maggiori difficoltà ad affermarsi ed a svilupparsi in Italia ed in Europa. Di questo percorso il MUSME tocca le tappe più significative, con un avvincente itinerario”.

Il cartone di Funi rappresenta a grandezza naturale lo scheletro umano, figura centrale della decorazione parietale della Sala della Medicina, affrescata dal pittore ferrarese negli anni Trenta per volere dell’allora rettore Carlo Anti, che ambiva a fare dell’Università di Padova un Museo d’Arte Moderna. Nell’ampio affresco del Palazzo del Bo – che originariamente avrebbe dovuto rappresentare un’effige di Giovanni Battista Morgagni – lo scheletro, ciò da cui tutto parte e a cui tutto torna, viene ritratto in posizione plastica e “viva”, come nello stile di Funi, accanto a quattro grandi figure maschili, che esibiscono le anatomie di corpi perfetti, intervallati da due sculture classiche, la Venere capitolina e un Nudo maschile prassitelico, senza testa e braccia. Con valore di cesura spaziale, ma anche con un forte significato allegorico, lo scheletro si staglia al centro della composizione con una sorta di “vitalità”, dotato apparentemente di vista, movimento ed espressività.

 

Con l’esposizione del cartone preparatorio, il MUSME offre un’inedita chiave di lettura della collezione di reperti scientifici e medici attraverso altri preziosi ma meno noti oggetti di cultura e d’arte in un percorso che si articola in 6 sale principali, un teatro anatomico di “nuova generazione” e 8 spazi espositivi tematici dedicati ognuno ad un organo/apparato. Al contempo rinforza il legame tra il Museo e il patrimonio artistico patavino, della cui ricchezza il collegamento tra l’affresco e il cartone preparatorio è una testimonianza.

 

“Accanto alla soddisfazione per il collocamento di questa nuova opera, grazie alla collaborazione tra Museo,  Comune di Padova e Musei Civici – sottolinea il Presidente della Fondazione MUSME, Francesco Peghin – il  valore aggiunto di questo innovativo Museo viene riconosciuto dal premio SMAU 2017 per il miglior allestimento museale. Un valore sancito ogni giorno dal continuo flusso di visitatori provenienti da tutta Italia, che ci ha portato a salire al primo posto su Trip Advisor nella classifica dei musei più visitati di una città ricca di cultura come Padova e ad essere segnalati quale unico museo italiano nella lista dedicata ai musei “Kids Friendly” di Sky Scanner”.

 

Dall’attualità alla storia, dalla tecnologia immersiva CELL agli antichi atlanti illustrati alla digitalizzazione. Il MUSME ha vinto quest’anno il Premio SMAU di Milano per l’innovazione nella divulgazione scientifica, che, grazie alla tecnologia Cell, consente di fare una esperienza di apprendimento attraverso la realizzazione di un setting virtuale di simulazione. I visitatori vivono, infatti, un’esperienza attiva e interattiva, diventando fruitori di contenuti di alto valore scientifico, resi accessibili a un pubblico ampio e non limitato agli addetti ai lavori.

 

Nelle sale del MUSME è possibile “sfogliare” su un grande tavolo touch antichissimi volumi senza il timore di rovinarli, vedere riflessi su uno specchio magico i propri organi, ossa e muscoli, auscultare cuore e polmoni, analizzare al microscopio gli agenti patogeni causa delle principali malattie, osservare la sagoma dell’enorme Uomo Vesaliano, collocata sul “Tavolo settorio”: un uomo di otto metri su cui, grazie a delle proiezioni mappate, é possibile assistere ad innovative lezioni di anatomia.

 

Nell’affascinante itinerario all’interno dei progressi della storia della medicina si parte con il ritratto di Andrea Vesalio, autore nel 1543 del De humani corporis fabrica, l’“atlante” illustrato del corpo umano, nel quale l’anatomia diventa per la prima volta un’attività osservativa sistematica e verificabile attraverso le illustrazioni. Solo grazie a lui l’anatomia umana comincia ad essere raffigurata correttamente, dopo averla osservata in modo diretto.

 

Dalle illustrazioni di Vesalio alle ottocentesche tavole anatomiche “pop up” del medico-architetto Gustave Witkowski la riproduzione del corpo umano a fini didattici diviene un viaggio nella storia della tradizione medica e culturale: utilizzati per l’insegnamento dell’anatomia, gli antichi “pop up” sono illustrazioni contenute in diversi atlanti, ritagliate in modo tale da assumere forma tridimensionale quando le pagine del libro vengono sfogliate; gli atlanti risultano in tal senso “scomponibili” con diversi organi e sistemi umani, magnificamente rappresentati.

 

Dalla rappresentazione alla realtà il passo è breve al MUSME: accanto ai libri cartacei e digitali,  che illustrano i progressi scientifici attraverso vere e proprie opere d’arte, sono esposti reperti reali e unici, come i crani frenologici, oggetti di studio ritenuti un tempo utili per dedurre la personalità e le caratteristiche psicologiche di un individuo. Secondo la frenologia nella struttura del cranio è racchiusa la nostra personalità. Fondata nell’ ‘800 da Franz Joseph Gall e ripresa da Filippo Lussana, professore di Fisiologia all’Università di Padova dal 1866 al 1889, la teoria, sebbene priva di un fondamento scientifico, è stata considerata precorritrice della neuropsicologia e delle neuroscienze cognitive, tanto da influenzare, com’è noto, uno dei padri dell’antropologia criminale, Cesare Lombroso.  

 

Al Museo della Storia della Medicina insieme ai crani frenologici sono esposte anche altre parti del corpo, come mani e piedi, ossia i reperti anatomici tannizzati, di Lodovico Brunetti (1813-1899), fautore del Museo di Anatomia Patologica di Padova e iniziatore di una nuova metodica di conservazione dei corpi: la tannizzazione, consistente nell’iniettare nelle arterie acqua per lavare il letto vascolare, etere solforico per rimuovere i lipidi, una soluzione di acido tannico per tannizzare, aria compressa asciutta e calda per prosciugare i tessuti.

 

Dalle membra si passa poi alle iperrealistiche cere anatomiche. Già nel ‘600 la cera permette, infatti, di “riprodurre” i primi organi, perfette repliche di quelli reali. Il grande lavoro dei modellatori oggi è sostituito dalle immagini a tre dimensioni che si ottengono da ecografie, risonanza magnetica e TAC.

 

Il percorso espositivo prosegue poi con un’importante sezione riservata al primo trapianto di cuore eseguito in Italia, a Padova, il 14 novembre 1985 dall’equipe del professor Vincenzo Gallucci.  Al MUSME si trova il cuore di Ilario Lazzari, ossia il modello espiantato e rigenerato del primo cuore artificiale impiantato in Italia. Il dispositivo TAH (Total Artificial Heart) da 70 cc ha un peso paragonabile a quello del cuore biologico di un maschio adulto (300 g) e sostituisce definitivamente il cuore biologico malato, evitando la ricerca di un donatore.

 

Ufficio Stampa

Giovanna Ambrosano

ambrosano@civitatrevenezie.it

041 2725912, 3384546387

 

Angela Bigi

bigi@ civitatrevenezie.it

348 9046537

 

 

Sede

Musme

Via San Francesco, 94
35121 Padova

 

Informazioni

049 658767

info@musme.it

www.musme.it

 

Orari di apertura:

Da Martedì a Venerdì, 14.30-19
ultimo ingresso 18.15
Mattina aperto solo su prenotazione
Weekend e festività: 9.30-19
ultimo ingresso 18.15

Chiuso: Lunedì non festivi, 25 Dicembre, 1 Gennaio

 

Biglietti

Intero 10 €

Ridotto Gruppi dalle 10 alle 30 persone 8 €

Ridotto Giovani e studenti 6 €

Famiglia (2 adulti + 3 bambini fino a 12 anni compiuti) 22 €

Gratuito bambini fino a 3 anni


APPROFONDIMENTI

 

IL MUSEO DI STORIA DELLA MEDICINA

Inaugurato il 5 giugno 2015, è considerato un’eccellenza a livello nazionale. Si tratta di un museo di nuova generazione che racconta, con linguaggio rigoroso ma accattivante, lo straordinario percorso della Medicina da disciplina antica a scienza moderna, con particolare attenzione alla storia della Scuola medica padovana. In equilibrio tra passato e futuro, il MUSME rivoluziona il concetto di Museo scientifico, coniugando Storia e Tecnologia. Incrocio tra una tradizionale collezione di reperti e un moderno Science Centre, fonde e rinnova gli approcci museali e riesce a conquistare tutti, proponendo un percorso espositivo che si adatta al visitatore: dalla narrazione giocosa per i più piccoli all’approfondimento per gli studiosi.

L’edificio dove oggi è ospitato il MUSME, fu il primo ospedale cittadino, costruito nel 1414 per volontà dei coniugi Sibilia de’ Cetto e Baldo Bonafari e attivo fino al 1798, quando fu inaugurato l’Ospedale Giustinianeo. Nella seconda metà del ‘500  fu in questi locali che, per la prima volta in assoluto, gli studenti di Medicina iniziarono a imparare la pratica clinica direttamente al letto dei malati, gettando le basi del moderno approccio didattico in Medicina.

 

 

ACHILLE FUNI, NOTE BIOGRAFICHE

Ferrara, 1890 – Appiano Gentile/Co, 1972

Frequenta a Ferrara la Scuola municipale d’arte Dosso Dossi, e segue contemporaneamente gli insegnamenti privati del pittore Nicola Laurenti. Dal 1906 al 1910 studia all’Accademia di Brera a Milano. In città stringe rapporti di amicizia con Carrà, Dudreville, Chiattone e Sant’Elia e si avvicina al linguaggio futurista, pur conservando un gusto marcatamente plastico individuabile in opere come Uomo che scende dal tram (1913-14). Nel gennaio 1920 firma il Manifesto contro i tutti i ritorni in pittura, mentre risale a ottobre dello stesso anno la prima mostra personale presso la nuova Galleria Arte di Milano. Nel 1922, insieme a Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi e Sironi, fonda il Gruppo Novecento sostenuto da Margherita Sarfatti e dal gallerista Lino Pesaro. Due anni più tardi è presente alla Biennale d’Arte di Venezia. Dai primi anni trenta Funi si dedica alla pittura ad affresco: nel 1933 sottoscrive il Manifesto della pittura murale insieme a Campigli e Carrà e si impegna in cicli decorativi per sedi pubbliche e religiose, (Sala della Consulta del Palazzo Comunale di Ferrara, 1937; Santuario dei Padri Paolotti, Rimini). Nel 1939 l’Accademia di Brera istituisce per lui la cattedra di Affresco, mentre nel 1945 ottiene a Bergamo la cattedra di Pittura e, successivamente, la reggenza dell’Accademia Carrara. A partire dagli anni sessanta recupera la pittura su tela, privilegiando il genere paesaggistico. Muore ad Appiano Gentile (Co) il 26 luglio 1972.

 

 

DIDASCALIE

 

Preparato storico

Arto superiore sinistro dal cingolo scapolare alla mano con calco dei sistemi arterioso e venoso

Provenienza: Dipartimento di Medicina Molecolare- Sede di Anatomia Umana, Università degli Studi di Padova

 

Cranio frenologico

Provenienza: Museo di Antropologia, Università degli Studi di Padova

 

Cuore artificiale da 70 cc

Carboni, ceramiche, plastiche, Padova, 2007

Modello espiantato e rigenerato del primo cuore artificiale impiantato in Italia

Prof. Gerosa – U.O. Cardiochirurgia – Azienda Ospedaliera di Padova

 

Uomo Vesaliano

Tavolo interattivo con proiezioni mappate su cui è possibile approfondire la conoscenza degli apparati del corpo umano

 

 

 

 

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