Pensioni, bollo auto ed Equitalia, ecco le novità annunciate da Renzi
Ha iniziato a parlare alle 8,15 dai microfoni di Rtl, ha proseguito nel pomeriggio a Montecitorio in aula e poi alla buvette, per finire la sua maratona attorno alle sette della sera con “Matteo risponde”: per il presidente del Consiglio dodici ore di parole quasi ininterrotte. Una bulimia esternatoria che ha consentito al capo del governo di produrre diversi annunci, alcuni sotto forma di promesse, altri con una maggiore consistenza. Che sono almeno quattro: l’ Ape (Anticipo Pensionistico) che in futuro potrebbe permettere ai nati tra il 1951 e il 1953 di andare in pensione prima del tempo debito; la possibile abolizione del bollo auto con l’aumento del prezzo della benzina; il bonus 80 euro allargato agli immigrati con permesso di soggiorno; le semplificazioni per gli “utenti” di Equitalia.
Già da diversi giorni Matteo Renzi ha iniziato ad andare “a tavoletta”, come dice lui stesso: il Cipe straordinario del primo maggio e poi il giro d’Italia a sottoscrivere patti con le Regioni. Un surmenage con una spiegazione semplice: per Renzi si è aperta la stagione elettorale più importante, con le elezioni amministrative e poi con il referendum istituzionale di metà ottobre. In vista di queste due sfide, il capo del governo ritiene di dover mettere in cascina il maggior numero di realizzazioni possibile. Anche perché – questo è il punto meno evidente – i sondaggi non gratificano Matteo Renzi. Anzitutto quelli che riguardano la sfida per la conquista di Roma. Secondo voci non confermate, le rilevazioni indicano la candidata del Cinque Stelle in forte ascesa, con percentuali sopra il 35% ma questi dati per ora sarebbero stati “oscurati” da alcuni istituti. Ma anche i dati ufficiali sono eloquenti: l’ultimo sondaggio di Euromedia Research, guidata da Alessandra Ghisleri segnala un costante arretramento nella fiducia nei confronti del governo (-0,2 per cento, ennesimo calo nelle ultime settimane), del presidente del Consiglio (-0,4 per cento) e anche del Pd, arretrato al 30,5 per cento, solo quattro punti in più del Cinque Stelle, salito al 26,5.
IN PENSIONE PRIMA CON UN ASSEGNO ANTICIPATO DALLE BANCHE
L’Anticipo pensionistico, visti i costi delle altre proposte in campo (da quella di Cesare Damiano, 4 anni di «sconto» con un taglio del 2% annuo, e quella di Tito Boeri, 3 anni di anticipo con una decurtazione del 3% annuo; 7,5 miliardi solo nel 2017 la prima 3 miliardi la seconda), verrà garantito attraverso una sorta di prestito pensionistico, che consentirà a chi lavora di andare in quiescenza uno, due o tre anni prima del termine con una assegno provvisorio di importo ridotto che verrebbe anticipato dalle banche ( in modo tale da non gravare sull’Inps e sul deficit) da restituire poi a rate una volta maturati i requisiti pieni per la pensione. Un intervento che secondo il sottosegretario Nannicini costerebbe solo qualche centinaio di milioni e quindi sarebbe anche molto più facile da far digerire a Bruxelles. Renzi, che su questo progetto si è confrontato con Poletti e il presidente dell’Inps, punta a inserire l’«Ape» nella legge di Stabilità 2017. «Simbolo e logo sono già pronti» ha spiegato ieri il premier. «Ci stiamo lavorando coi sindacati, i datori di lavoro e la Ue». L’obiettivo è venire incontro a quegli «sfigati», come li ha definiti il premier, «che stavano per andare in pensione» ma che poi a causa dello «scalone secco» voluto dalla riforma Fornero, hanno «perso il treno». In particolare i nati tra il 1951 e il 1953.
ABOLIRE IL BOLLO AUTO MA AUMENTANDO LE ACCISE SULLA BENZINA
Abolire il bollo auto? Non è la prima volta che Renzi ci pensa. L’idea, poi accantonata, era già stata lanciata lo scorso anno al momento di varare la legge di stabilità. «Non è una cattiva idea», ha confermato ieri il premier rispondendo su Twitter a un follower che gli chiedeva un’opinione sulla «proposta di abolizione del bollo aumentando (ragionevolmente) le accise». Per Renzi «è un’idea intelligente, concreta» perché pagherebbe di più chi inquina. Il problema però, è come coprire i 6,5 miliardi di gettito che assicura questa tassa. La soluzione l’ha data nei giorni scorsi una proposta di legge presentata da un deputato di Fare! il movimento di Flavio Tosi. Che in pratica prevede di sostituire l’imposta di possesso, una delle tasse più odiate dagli italiani, con quella sui consumi aumentando l’accisa sui carburanti di circa 15 centesimi al litro. In questo modo si semplificherebbe la vita dei cittadini e la vita dello Stato che avrebbe un incasso certo a prova di evasione. A guadagnarci sarebbero gli utenti della strada che percorrono pochi chilometri, a cominciare dai pensionati, mentre a perderci sarebbero turisti stranieri, autotrasportatori e chi usa l’auto per lavoro. Oltre ai 4 milioni di furbetti che oggi il bollo non lo pagano immatricolando in Bulgaria la loro vettura.
BONUS DA 500 EURO ANCHE PER I DICIOTTENNI STRANIERI CON PERMESSO
Un bonus di 500 euro da investire in cultura anche per i diciottenni stranieri con permesso di soggiorno. È questa la proposta presentata dal governo Renzi al Senato in commissione cultura, dove in queste ore si sta esaminando il cosiddetto decreto scuola. Tanto è bastato per far scatenare la Lega Nord che ha definito questa novità «una mancia elettorale» dell’esecutivo in vista delle amministrative del giugno prossimo. Roberto Calderoli, vice presidente di Palazzo Madama, batte i pugni: «Ancora una volta Renzi fa pagare la campagna elettorale del governo e della sinistra ai cittadini». Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura, definisce l’estensione del bonus ai maggiorenni con permesso di soggiorno «una misura giusta e civile». Anche perché, prosegue il renziano, «la card di 500 euro è una parte della risposta italiana al terrorismo. Dunque incentivare i giovani alla cultura è un modo per educare alla tolleranza e alla responsabilità». Per Rosa Maria Di Giorgi, che è stata assessore con Renzi a Firenze, nonché rappresentante della dottrina renziana in commissione, si va nella giusta direzione: «E’ un modo per fare andare questi ragazzi a teatro, nelle librerie. D’altro canto la cultura è uno strumento potentissimo di integrazione».
DAL PRIMO LUGLIO UNA SOLA SOCIETÀ E NOVITÀ SUI PAGAMENTI
La data del grande annuncio è il primo luglio: da quel giorno Equitalia, oggi divisa in tre società autonome (Nord, Centro e Sud) sarà una cosa sola. Una sola società, regole uniformi su tutto il territorio nazionale (ed esclusa la Sicilia che ha la sua società di riscossione regionale), meno dirigenti, economie di scala, costi più bassi. Il nuovo corso della società di riscossione è stato già anticipato dal direttore Ernesto Ruffini nelle audizioni parlamentari. L’idea è di far marciare parallelamente riorganizzazione e semplificazioni per i cittadini. Avvisi di pagamento più chiari, fine delle code per ottenere i bollettini di rateizzazione delle multe, massimo utilizzo delle procedure on line. Le rate minime, che oggi non possono scendere sotto i cento euro al mese, dovrebbero scendere sotto quella soglia: per i debiti al di sotto dei cinquantamila euro potrebbero essere concesse rate anche da cinquanta euro al mese e domiciliate in banca attraverso l’Iban. Un’altra ipotesi allo studio è estendere a livello nazionale una sperimentazione avviata a Lecce, Firenze e Varese: inserire nelle cartelle spedite ai cittadini, oltre al bollettino di pagamento, il modello di richiesta rate ed il piano che il concessionario può concedere al debitore.
Fonte: lastampa.it
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