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FINO A 425 EURO DI MULTA PER CHI GETTA RIFIUTI DAI FINESTRINI DELLE AUTO IN CORSA O IN SOSTA

Con l’arrivo della bella stagione non è infrequente assistere a vari gesti di maleducazione compiuti dagli automobilisti come ad esempio lanci di rifiuti più o meno grandi dai finestrini aperti delle auto in corsa o in sosta.

Chi li compie non commette solo un gesto estremamente selvaggio, ma un vero e proprio illecito amministrativo, sanzionato dall’art. 15 del codice della strada con multe fino a 425 euro.

E’ vietato gettare rifiuti dai veicoli in sosta o movimento

Gettare rifiuti dal finestrino non è solo un comportamento incivile ma è un vero e proprio illecito amministrativo sanzionato dal Codice della Strada. L’art. 15 del Dlgs. n. 285/1992 infatti, al comma 1 lettera f bis) prevede il divieto di “insozzare la strada o le sue pertinenze gettando rifiuti o oggetti dai veicoli in sosta o in movimento”. La condotta è sanzionata dal successivo comma 3-bis secondo il quale: “Chiunque viola il divieto di cui al comma 1, lettera f-bis), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 106 a euro 425”, importo aggiornato dall’art. 1, comma 1, D.M. 16/12/2014, a partire dal primo gennaio 2015. Multa salata insomma per tutti quei conducenti e passeggeri che hanno la cattivissima abitudine di svuotare i posacenere delle auto sulle strade o sui marciapiedi, o di gettare carte alimentari, fazzolettini, salviette e chi più ne ha più ne metta.

Fino a 300 euro di multa per chi getta rifiuti

Il divieto di sporcare le strade sancito dall’art. 15 del Codice della Strada è stato rafforzato dall’entrata in vigore della legge n. 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. I commi 2 e 3 dell’art. 40 di detta legge, che al comma 1 prevede modifiche al dlgs. n. 152 del 3/04/2006, dispongono infatti che: “E’ vietato l’abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo sul suolo, nelle acque e negli scarichi”. La legge introduce anche il divieto (ex art. 232-ter) di abbandonare sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi rifiuti di piccolissime dimensioni, quali anche scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare. All’articolo 255, dopo il comma 1, infine, e’ inserito il seguente: «1-bis. Chiunque viola il divieto di cui all’articolo 232-ter e’ punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro trenta a euro centocinquanta. Se l’abbandono riguarda i rifiuti di prodotti da fumo di cui all’articolo 232-bis, la sanzione amministrativa e’ aumentata fino al doppio”.

Fonte: ADICO

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ASSICURAZIONE

ALLARME PER I NEOPATENTATI: A MILANO L’ASSICURAZIONE AUTO COSTA 746 EURO MENTRE A NAPOLI VOLA A 1.924

Secondo quanto emerge da un’indagine di Facile.it, in media gli italiani conseguono l’abilitazione alla guida a 21 anni e 2 mesi e un neopatentato di Napoli paga l’assicurazione per l’auto il 150% in più rispetto a un pari-grado milanese.

Prendendo come campione coloro che possiedono il documento da meno di un anno, il portale Facile.it ha messo a confronto le offerte rivolte ai neopatentati diciottenni residenti in alcune delle principali città italiane, considerando lo stesso modello d’auto e la medesima classe di merito.

Se a Milano la miglior tariffa per chi si mette al volante per la prima volta è pari a 746 euro” – riporta il sito – “a Bologna sale a 871 euro mentre a Roma arriva a 943 e a Cagliari a 979. Importi ben maggiori se ci si sposta più al Sud; la miglior tariffa per un nuovo automobilista neomaggiorenne residente a Palermo è pari a 1.152 euro, premio che sale a 1.234 euro per un coetaneo di Bari e, addirittura, a 1.924 euro se residente a Napoli”.

Per cercare di sfruttare condizioni più favorevoli, ricorda Diego Palano che si occupa di assicurazioni per il portale, un’opportunità concreta di risparmio è data dalla Legge Bersani del 2007, che consente a chi si assicura di ereditare la classe di merito maturata su un altro veicolo di proprietà di un familiare o convivente. Con questa prerogativa, un neopatentato potrebbe partire non dalla 14esima classe, bensì dalla migliore presente all’interno del nucleo familiare, con importanti riduzioni del costo dell’RC. Per usufruire di questo vantaggio, però, il veicolo che si assicura deve essere della stessa tipologia di quello da cui si prende la classe di rischio e il passaggio di classe può avvenire solo su veicoli che vengono assicurati per la prima volta all’interno del nucleo familiare.

Fonte: adico

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Industria, Istat: A marzo fatturato crolla del 3,6% su anno.

Calo peggiore dal 2013. Pesano petrolio e attività estrattive.

L’indice destagionalizzato dei ricavi tocca i minimi da due anni a questa parte: fatto 100 il livello del 2010, a marzo 2016 si scende a quota 96. Il comparto degli autoveicoli registra la prima contrazione dal dicembre del 2013, segnando un -6,5% su marzo 2015. Lo scorso anno aveva trainato la debole ripresa del pil.

A marzo il fatturato dell’industria italiana è calato del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2015, il peggiore calo su base annuale a partire dall’agosto 2013. A trascinarlo verso il basso sono stati il crollo delle attività estrattive (-39,5%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, insieme al tessile e abbigliamento (-9,8%) e alla metallurgia (-9,4%). A sorpresa, ha però perso terreno anche quel settore auto che nel 2015 aveva invece trainato la debole ripresa del pil: il comparto, ha fatto sapere l’istituto durante il briefing con i giornalisti, ha fatto segnare un -6,5 per cento, primo cedimento dal dicembre del 2013. La fabbricazione di mezzi di trasporto nel suo complesso (nella voce sono comprese navi, locomotive e aerei) resta invece in progresso del 5,1%.

Risultato

L’indice destagionalizzato dei ricavi dell’industria tocca il minimo da due anni a questa parte. Fatto 100 il livello del 2010, a marzo 2016 si scende a quota 96. Non un segnale incoraggiante per la ripresa italiana, anche se l’andamento dell’industria a marzo è già inglobato nello stentato andamento del pil nel primo trimestre, quando ha segnato un aumento dello 0,3% contro il +0,5% medio dell’Eurozona. A pesare è probabilmente lo stallo dell’Ilva e del suo indotto, mentre è da escludere l’effetto del sequestro del centro oli Eni di Viggiano, visto che risale al 31 marzo.
La contrazione del fatturato è sintesi della flessione del 2,6% sul mercato interno e di un lieve incremento (+0,1%) su quello estero. Ma il dato scende anche su base mensile, con una flessione rispetto a febbraio dell’1,6%. E ancora, si registra il segno meno anche considerando la variazione tra l’ultimo trimestre del 2015 e i primi tre mesi del 2016: in questo caso, la contrazione è dell’1,1%.

Risultano in contrazione mese su mese anche gli ordinativi (-3,3%), che invece, rispetto all’anno precedente, crescono dello 0,1%. Il calo su base mensile è verificato sia sul mercato interno (-1,5%), sia su quello estero (-5,8%).

Ulteriori fattori

A contribuire al crollo del fatturato dell’industria è stata anche la componente interna dell’energia e, in particolare, la maggiore diminuzione colpisce la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,4%). Invece gli incrementi più rilevanti si registrano nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,5% sull’anno), i mezzi di trasporto (+5,1%, nonostante il calo degli autoveicoli del 6,5%) e i prodotti farmaceutici (+4,9%). Su base congiunturale, gli indici segnano incrementi per l’energia (+3,2% sul mese) e cali per i beni strumentali, i beni intermedi (-2,5% per entrambi) e i beni di consumo (-0,6%).

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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