Spiagge bianche, mare cristallino e il perfetto equilibrio della natura: ecco cosa raffigurano le brochure delle agenzie viaggi riguardo le Maldive. Ma è proprio così?
Composta da un gruppo di atolli tra nell’Oceano Indiano, la Repubblica delle Maldive è una delle mete più ambite e sognate per staccare la spina dalla stressante routine quotidiana. Un vero e proprio paradiso terrestre si denota dai video e dalle immagini che circolano ovunque. L’aspetto da cartolina scompare di fronte alla testimonianza (anche fotografica) della surfista statunitense Alison Teal.
La versione femminile di Indiana Jones, come l’ha ribatezzata Time Magazine nel 2015, partecipando a un reality americano Naked and Afraid, ha scoperto un nuovo e inquietante lato di quel paradiso terrestre che pensava fossero le Maldive. Durante le diverse sfide del reality, Allison si è imbattuta in un aspetto che le telecamere non riprendono mai: le montagne di plastica che invadono le spiagge. Perennemente attenta alla sostenibilità ambientale, Allison denuncia l’inaudito fenomeno nel suo sito Alison’s Adventure, pubblicando video e foto della realtà di alcune isole delle Maldive.
Thilafushi è un’isola del gruppo di atolli maldiviani diventata discarica. Ogni giorno viene portato qualsiasi tipo di rifiuto che il governo non riesce a smaltire. Denominata in moltissimi modi: l’isola spazzatura, l’inferno nel paradiso, l’isola di plastica, Thilafushi rappresenta la mano crudele dell’uomo sulla natura.
Alison torna spesso nell’isola per ripulirla, sacchi neri alla mano. Nel tempo si è creata una squadra di pulizia con la popolazione locale per avviare il vero e proprio cambiamento dell’isola.
Molteplici reportage sono stati realizzati da Alison Teal sul degrado ambientale, denunciando l’emergenza della plastica, come causa di distruzione dell’ecosistema e della morte degli animali, oltre alla bruttezza estetica.
La surfista vuole dimostrare che tutti i rifiuti possono essere riciclati. Lei stessa indossa bikini creati da una casa di moda che realizza diversi capi con materiale di scarto.
Fonte: GreenMe
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